piazza Sant'Anastasia
37121 Verona (vr)
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CONTATTI
045.8077111
GIORNO DI CHIUSURA
visitabile dal 01 giugno al 30 settembre
ORARI DI APERTURA
il sabato e la domenica 14.00/18.00
CHIESA SAN GIORGETTO
La misconosciuta chiesa di San Giorgetto è situata sul lato sinistro della basilica di Santa Anastasia, lungo il cammino che da piazza Erbe conduce al Duomo. Oggi sconsacrata, è uno degli edifici religiosi più suggestivi del trecento veronese, che conserva gran parte dell'arredo pittorico dell'epoca.
La piccola chiesa di San Giorgietto (anche detta di San Pietro Martire) venne eretta dai frati Domenicani attorno alla fine del XIII secolo, pochi anni prima che avessero inizio i lavori per la costruzione dell’adiacente grande basilica dedicata a Santa Anastasia; di certo i lavori per la sua edificazione dovevano essere a buon punto già nel 1283, quando sul muro esterno venne incastonata l’arca del nobile Guinicello dei Principi. Attorno alla metà del XIV secolo la chiesa divenne una sorta di CAPPELLA PRIVATA DEI CAVALIERI TEDESCHI in servizio presso la corte di Cangrande II della Scala, che risiedevano nello scaligero Palazzo dell’Aquila posto sull’altro lato della piazza (dove ora si trova il lussuoso hotel Due Torri). Devoti di san Giorgio, santo militare, i cavalieri la fecero ornare di numerosi affreschi votivi e dei loro stemmi. Nel 1424 fu affidata all’ordine dei Domenicani e ufficialmente intitolata a san Pietro Martire, ma sebbene siano trascorsi seicento anni per i veronesi continua ad essere la Chiesa di San Giorgetto. Sconsacrata e confiscata durante il periodo dell'occupazione napoleonica, nel 1807 venne ceduta al Comune di Verona, che ancora oggi ne è proprietario. La semplice struttura esterna in cotto, priva di particolari ornamenti, è scompartita da sottili lesene e coronata con un delicato motivo di archetti pensili.
Sulla facciata gotica, a fianco del portale sormontato da un protiro pensile archiacuto, è incastonata la monumentale urna del medico Bavarino de' Crescenzi (1346), raffigurato con i suoi allievi su una lastra di marmo rosso. Altre arche sono addossate sul muro laterale; oltre alla già citata del nobile Guinicello dei Principi, quella marmorea di Leonardo da Quinto (con il corpo del defunto magnificamente ritratto sul sarcofago) e quella di Bartolomeo Dussaini, sollevata da terra e posta sotto un arco trilobo. Sopra l’arco che dava accesso al convento dei Domenicani è presente l’urna del 1321 di GUGLIELMO DI CASTELBARCO, CHE FU PRESA A MODELLO PER LE ARCHE DEGLI SCALIGERI. L'interno, ad aula coperta da due volte a crociera e privo di abside, costituisce una delle principali gallerie cittadine di affreschi del trecento, in grado di competere con quelli di San Zeno e Santa Anastasia: sono presenti fasce a motivi vegetali, vari stemmi di cavalieri tedeschi e raffigurazioni di devoti in armi che San Giorgio ed altri santi presentano alla Madonna. Nella visita particolare attenzione meritano due riquadri sul lato sinistro della controfacciata, opera di Bartolomeo Badile (la cui firma compare sotto la Vergine col Bambino che riceve l'omaggio del committente) e la cinquecentesca allegoria dell'Annunciazione, affresco magnifico realizzato dal pittore ed architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, che è presente nella parte superiore della parete orientale.
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