PORTA VESCOVO
piazzale Porta Vescovo
37131 Verona (vr)
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PORTA VESCOVO


Realizzata in epoca veneziana e fortemente rinnovata durante gli anni della dominazione austriaca, Porta Vescovo si palesa come un elegante connubio tra le esigenze di sicurezza militare e precise norme estetiche. Di aspetto tipicamente rinascimentale, si presenta come un solido corpo squadrato, armonizzato da decorazioni di facciata in marmo bianco che rimandano agli archi trionfali romani.
 
Porta Vescovo è una delle antiche porte di accesso alla città di Verona e prende la sua denominazione dalle gabelle (le tasse sulle merci in entrata) che venivano riscosse in nome del Vescovo. La sua realizzazione in questo luogo risale alla fine del XIII secolo, quando venne inserita nelle mura fatte costruire da CANGRANDE DELLA SCALA, che seguivano il corso del Fiumicello mentre scendeva da Montorio. Con l’entrata di Verona nella Serenissima Repubblica le mura medievali che difendevano la città furono rinnovate per renderle più resistenti ai nuovi cannoni, nuove Porte furono realizzate dal Sanmicheli e quelle preesistenti ampiamente rimaneggiate. I lavori per la sua sistemazione iniziarono nel 1520, sotto la direzione del comandante Teodoro Trivulzio. La porta venne ingrandita e dotata della bella facciata in pietra bianca decorata, ancora presente sul lato verso la campagna. Fu realizzata con la struttura dell'arco trionfale romano, ripreso dai numerosi modelli presenti in città, che furono una importante fonte di ispirazione per gli architetti rinascimentali. La pianta era quadrata, con un grande androne nel quale si immetteva il passaggio carraio centrale ed il laterale passaggio pedonale. Verso la metà del XIX secolo, negli anni della dominazione austriaca sul Lombardo Veneto, venne ulteriormente rinforzata e ingrandita con l'aggiunta del corpo di guardia, dei magazzini e dei due ingressi laterali che ne miglioravano la carrabilità. Era un’accesso militarmente strategico, come ci ricorda una lapide su cui è scritto che il 16 ottobre 1866 le truppe italiane la attraversarono per entrare a Verona.
 
Perduta ogni funzione difensiva, oggi la Porta divide il quartiere di Borgo Venezia da Veronetta. L'edificio si eleva su un solo piano, con attico e copertura a tetto. Il prospetto verso campagna riprende lo schema compositivo classico dell'arco trionfale, con arco maggiore centrale e due piccoli portali ad architravati laterali, ai quali sono stati aggiunti nell'Ottocento altri due archi laterali. È interamente RIVESTITA DA ELEMENTI DI PIETRA BIANCA LEVIGATA, di ordine dorico, con fregi e altri elementi ornamentali. L'aggiunta di due fornici carrabili nel XIX secolo, ha reso necessaria la ricomposizione planimetrica e una nuova composizione figurativa dei prospetti. Due corpi simmetrici, a un solo piano, visibili dal lato della città, sono stati inseriti durante un primo intervento di sistemazione (1840-1850) e destinati ad ospitare i soldati di guardia ed i magazzini per le polveri da sparo. Successivamente (1860-1863), l'apertura di un nuovo passaggio carrabile e pedonale, e la sistemazione dell'ufficio della finanza e del corpo di guardia, configurano l'inserimento della porta rinascimentale in un edificio di maggiori dimensioni. Nel fronte verso campagna la facciata rinascimentale è conservata nella sua integrità; l'unità figurativa è mantenuta con la replica del fornice centrale sui due lati in simmetria, con le torrette conclusive neoclassiche. Nel prospetto verso città l'immagine cinquecentesca è totalmente annullata, sostituita da una architettura di tufo e laterizio, con archetti pensili e torrette poligonali caratteristiche dello stile neomedievale (Rundbogen) che in quegli anni si stava imponendo da Vienna.
 
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