SERENISSIMA REPUBBLICA


Caduta la Signoria degli Scaligeri, tra il 1388 ed il 1405 Verona fu sottoposta prima al dominio dei Visconti e poi a quello dei Carraresi, che si impadronirono del potere attraverso uno stratagemma ma vennero rapidamente cacciati da una insurrezione popolare. La città scelse allora di entrare a far parte della Serenissima Repubblica, alle cui sorti rimase legata per quattro secoli, sino all'arrivo di Napoleone.

Era il 24 giugno del 1405 quando una delegazione composta da quaranta cittadini illustri raggiunse la città lagunare, portando al Doge Michele Steno le insegne cittadine e prestando giuramento di fedeltà alla Repubblica Veneta. Il governo della città venne affidato ad un Consiglio dei cittadini illustri e a due funzionari di nomina veneziana: il Podestà, che aveva funzioni civili, ed il Capitanio, con funzioni militari. La dedizione a Venezia fu spontanea e largamente condivisa, sebbene pochi anni più tardi furono molti i veronesi che sostennero Brunoro della Scala in un suo tentativo di conquistare la città. Nel 1439 Verona fu coinvolta nella guerra che contrappose Venezia a Milano, ed il 16 novembre venne presa d'assalto. Scalate le mura e sfondate le porte, i soldati milanesi si diedero al saccheggio, mentre i NOTABILI SI RIFUGIAVANO A CASTEL SAN PIETRO, attendendo i rinforzi da Venezia. Le truppe arrivarono quattro giorni più tardi e rapidamente misero in fuga la milizia nemica, che si accalcò presso il ponte Nuovo, in cerca di una via di fuga. Il ponte a quel tempo era però di legno e non riuscì a sostenere il peso dei soldati: crollò e molti affogarono nelle acque dell'Adige, mentre duemila soldati vennero catturati. La città tornò quindi completamente libera il 20 novembre 1439 ed il resto del secolo fu un lungo periodo di pace, che si perpetuò sino a quando la Serenissima Repubblica venne ATTACCATA DALLE POTENZE DELLA LEGA DI CAMBRAI. All'inizio del XVI secolo le mire espansionistiche di Venezia vennero contrastate dal Pontefice, che radunò vari sovrani italiani ed europei nella Lega di Cambrai. Nel 1508 i veneziani, subite pesanti sconfitte militari, iniziarono una ritirata verso Verona, ma la città non aprì le sue porte all'esercito veneto; se lo avesse fatto sarebbe sicuramente stata assediata dall'esercito nemico.

I soldati dovettero quindi attraversare l'Adige mediante un ponte di barche ed i rappresentanti della Serenissima Repubblica, capendo la situazione, il 31 marzo 1509 sciolsero la città dal giuramento di fedeltà che la legava a Venezia. Il Re di Francia entrò trionfalmente a Verona, ma essa fu presto affidata all'imperatore Massimiliano I, che intendeva farne la capitale di un futuro regno d'Italia. La flotta presente sul lago di Garda fu disarmata e TRE GALERE VENEZIANE VENNERO FATTE USCIRE DA LAZISE ED AFFONDATE creando una delle attrattive preferite dai sommozzatori che oggi si immergono nelle acque del Benaco. Nell'aprile del 1510 fu sventato un complotto ai danni delle truppe imperiali, che portò a numerosi arresti e condanne capitali; nell’autunno dell’anno seguente la città fu colpita dalla peste, che in pochi mesi uccise quasi un terzo dei suoi 38mila abitanti. Riconciliatasi con il Papato ed alleatasi con il Re di Francia, la Serenissima Repubblica liberò Verona alla fine del 1516, dopo un lungo ed estenuante assedio. I veneziani, capita l’accresciuta fragilità delle difese cittadine di fronte alle nuove armi da sparo, intrapresero un’opera di fortificazione in linea coi tempi e sotto la direzione dei migliori architetti dell’epoca (tra cui Michele Sanmicheli) furono create quelle Porte e Bastioni che ancor oggi dividono l’urbe dalla periferia. Verona tornò ad essere una città militarmente strategica, in cui erano stanziate quasi metà delle truppe non di mare della Repubblica. All’ombra dell’Arena ricominciò un periodo di calma e prosperità, con la costruzione di chiese e palazzi importanti, la nascita di accademie ed un rigoglioso fiorire di attività culturali di dimensione europea. Calma e prosperità che terminarono bruscamente nell'anno 1630, quando la terribile peste nere di manzoniana memoria (portata dai soldati lanzichenecchi arrivati in Italia per la conquista di Mantova) colpì in maniera devastante il nord Italia.

In un solo anno morì più del sessanta per cento della popolazione veronese, che passò da 53mila a soli 20mila abitanti. Raccontano gli storici CHE IN QUEI GIORNI TUTTA LA CITTA' ERA PIENA DI CORPI, che venivano bruciati o gettati nell'Adige per mancanza di spazio. Il resto del secolo fu una lenta ma costante ripresa, in cui la città scaligera rimase lontana dalle guerre che periodicamente attraversarono l’Europa. Anche la Guerra di Successione Spagnola, che nel primi lustri del Settecento mobilitò più forze militari di quanto non fosse mai avvenuto prima in Europa (coinvolse Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, Prussia e tutti gli stati tedeschi del Sacro Romano Impero), ebbe solo a sfiorare Verona ed il territorio della Serenissima Repubblica, che rimase neutrale. Le cronache registrarono qualche scontro sul monte Baldo e nella val d'Adige tra l'esercito austriaco e quello francese, vigilati a distanza dalle truppe veneziane. Ma alla fine di quello stesso secolo la neutralità della Repubblica non riuscì a salvarla dalle brame di conquista del generale Bonaparte: il 1° giugno del 1796 le truppe francesi entrarono a Verona con l'artiglieria carica, mentre la popolazione guardava ammutolita. Accompagnato da 500 cavalieri, arrivò anche Napoleone, che fin da subito chiese pesanti tributi ai veronesi. Egli prese alloggio presso Palazzo Forti Emilei, mentre gli altri generali si sistemarono nelle case dei nobili che si erano rapidamente dati alla fuga prima del loro arrivo. Meno di un anno dopo, il 12 maggio 1797, cadeva anche Venezia e con essa terminava l’esperienza della Serenissima Repubblica.

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