Corso Cavour
37121 Verona (vr)
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CORSO CAVOUR
Corso Cavour è il tratto stradale che unisce il maniero di Castelvecchio con Porta Borsari. Fu intitolato a Camillo Benso conte di Cavour dal Consiglio Comunale di Verona il 21 gennaio 1867 e ricalca il tracciato suburbano della Via Postumia. Vi si affacciano alcuni dei palazzi nobiliari più belli della città.
L'antica strada realizzata nel II secolo a.C. dal console Spurio Postumio Albino rappresentava la principale arteria di collegamento tra il Tirreno e l'Adriatico. Sino al V secolo la zona fu una importante necropoli situata fuori dalle mura cittadine per dare ai defunti un sonno indisturbato. Mille anni più tardi divenne la via prediletta dalle grandi famiglie veronesi, che una ad una vi edificarono sontuosi palazzi, rendendola quel museo a cielo aperto che oggi possiamo ammirare. Sul lato sinistro sono presenti Castelvecchio, l'Arco dei Gavi, palazzo Canossa (civico 44), palazzo Muselli Pompei (civico 42), palazzo Portalupi (civico 40), palazzo Guerrini Gemma (civico 32), la chiesa di San Lorenzo (cortile interno), palazzo Medici Glisenti (civico 10) ed infine palazzo Carlotti (civico 2). Sul lato destro palazzo Balladoro (civico 41), palazzo Bevilacqua (civico 29), la chiesa dei Santi Apostoli e quella delle Sante Teuteria e Tosca (piazza laterale), palazzo Scannagatti Gobetti (civico 11), palazzo Carnesali (civico 9) ed infine la casa dei Giolfino (civico 1).
Iniziamo la nostra visita da CASTELVECCHIO, dopo l'Arena il più grande e imponente monumento cittadino. Fu edificato nel XIV secolo da Cangrande II della Scala, che volle in quell'epoca di guerre tumultuose trasferire la sua corte in un luogo sicuro. E' un maniero molto vasto, che colpisce per il suo aspetto imponente e la sua forma decisamente militare, accentuata dalle mura merlate e dalle torri angolari coperte, sebbene fosse adibito ad un uso prettamente residenziale. Ospita il Museo Civico di Verona, una delle maggiori raccolte d'arte italiane che, seguendo un ordine cronologico, inizia con oggetti paleocristiani e termina con dipinti settecenteschi, includendo reperti di oreficeria longobarda, opere scultoree medioevali, testimonianze della pittura trecentesca e rinascimentale. Restando sul lato sinistro della strada incontriamo L'ARCO DEI GAVI, un raro esempio di arco onorario romano dedicato a privati cittadini. E' un arco quadrifronte a pianta rettangolare allungata, con copertura piana cassettonata nel vano interno, realizzato impiegando blocchi di pietra bianca disposti in filari; ha una struttura tetrapila con due fronti principali e due secondari. Nel 1932 fu ricomposto nell'attuale ubicazione, dopo che le truppe napoleoniche lo avevano smontato nel 1805 perchè ostacolava il transito dei carri militari; esso infatti era posto lungo la via Postumia, di fronte alla Torre dell'Orologio di Castelvecchio. Proseguendo arriviamo al cinquecentesco PALAZZO CANOSSA, capolavoro del Sanmicheli che abilmente ha superato il medioevale concetto di palazzo-fortezza, chiuso e munito di torri, creando una dimora elegante, aperta alla luce ed ai giochi di chiaroscuro. Decorato dai migliori pittori veronesi (tra cui Battista del Moro, Bernardino India e Paolo Caliari), nei secoli fu ingrandito con l'aggiunta delle due ali rivolte verso il fiume e la balaustra con statue mitologiche. Nei secoli ha ospitato alcuni degli uomini più importanti d'Europa, tra cui Napoleone Bonaparte, lo zar di Russia Alessandro I, gli imperatori austriaci Francesco, Ferdinando e Francesco Giuseppe.
Di fronte a palazzo Canossa, c'è PALAZZO BALLADORO. Realizzato alla fine del '700 è un raffinato esempio di abitazione nobiliare dall'eleganza essenziale, con la facciata aperta da innumerevoli finestre. Lungo il piano nobile è situata una balconata che inquadra una porta finestra, resa importante dal timpano rialzato rispetto a quelle delle altre aperture, dove un'alternanza ritmica di timpani angolari ed arcuati manifesta una ripresa dello stile sanmicheliano. Al civico 42 si trova l'interessante PALAZZO MUSELLI realizzato nel XVII secolo e modificato nell'ottocento secondo un gusto neoclassico. Nel piano terra presenta finestre con inferriate e un elegante portale inquadrato entro un arco in bugnato; il soprastante piano nobile è adorno di finestroni rettangolari ad arco curvilineo sulla balconata centrale; all'ultimo piano corre una fascia di mezzanino con piccole aperture. Quasi schiacciato dalle dimensioni dei due giganti che lo circondano, è ornato sul tetto con tre camini a torre dalle medioevali suggestioni, che ne slanciano la figura. Subito oltre (civico 40) è presente il maestoso PALAZZO PORTALUPI, realizzato agli inizi dell'800 su disegno di Gaetano Pinter e capace di gareggiare in monumentalità con palazzo Canossa. La sua facciata è tripartita: il piano terra in pietra bugnata ha un arco d'ingresso sovrastato da un busto romano ed è aperto da grandi finestre rettangolari con inferriate alternate a lesene che salgono sino al mezzanino. Sontuoso il piano nobile dove, a fianco del finestrone centrale ornato con figure alate, si aprono su ciascun lato tre finestre con timpano inquadrate da semicolonne ioniche, e una superba balconata corre lungo tutta la facciata. All'ultimo piano ritorna il motivo delle finestre, ognuna difesa da un balconcino e separata da una statua a soggetto femminile (eccetto quella più a destra). Al centro è scolpito un grande orologio, difeso da due statue di lupi accovacciati, muti rappresentanti del blasone di famiglia.
Al civico 32 è presente il PALAZZO GUERRINI GEMMA; realizzato tra il XVII ed il XVIII secolo è uno dei pochi esempi di architettura barocca in città. Poco oltre un'elegante portale in marmo sormontato dalla statua di un Santo che regge in mano una graticola, introduce in uno spazio nascosto, in cui è presente la CHIESA DI SAN LORENZO gioiello dell'architettura romanica veronese. Oltrepassando un minuscolo sagrato si presenta con il fianco meridionale e il campanile a destra. La facciata é dominata da due torri circolari poste ai lati di un protiro pensile, che poggiano su grosse basi di pietra. L'ingresso è al centro, delimitato da stipiti con fini decorazioni e preceduto da un elegante portico rinascimentale in marmo, i cui archi, a tutto sesto, poggiano su due pilastri e una colonna. Ritornati sul corso troviamo di fronte a noi il maestoso PALAZZO BEVILACQUA, disegnato dal Sanmicheli e solo in parte realizzato, come dimostra la posizione asimmetrica del portale sulla facciata (secondo il progetto originario doveva arrivare fino alla vicina piazza dei SS. Apostoli). Al pianterreno presenta una possente struttura a pilastri in bugnato, fra cui stanno grandi finestre chiuse da inferriate e sormontate da busti di soldati. Nel piano superiore una raffinata balconata sorregge tre porte e quattro finestre, tutte ad arco ed inquadrate da una successione di colonne diritte ed a spirale, ornate con altorilievi allegorici e festoni decorativi. La facciata termina con un maestoso cornicione, riccamente cesellato, che sapientemente si armonizza con tutto l'insieme dell'edificio. Rimanendo sul lato sinistro e proseguendo verso porta Borsari incontriamo PALAZZO MEDICI GLISENTI (civico 10), edificio del XV secolo in muratura e cotto. Al piano terra si apre un portone racchiuso entro un arco a nastro incrociato in marmo bianco e rosato dalle striature rossastre che sfoggia dei capitelli copiosamente rigogliosi di motivi vegetali. Osservando le curiose bifore del primo piano e le finestre trilobate con davanzali stemmati del secondo, notiamo gli evidenti influssi veneziani.
Di fronte a noi si apre una piccola piazza alberata, su cui vigila la statua del poeta Aleardo Aleardi. Sullo sfondo si erge la millenaria CHIESA dei SANTI APOSTOLI che regala, con l'armonia dei suoi colori, il giallo del tufo, il bianco della pietra ed il rosso dei mattoni, un pittoresca immagine con tonalità antiche e suggestive. Di fondazione paleocristiana, fu totalmente riedificata dopo il terremoto del 1117 e sovente ripresa nei secoli successivi. L'interno, che si articola su un'unica navata con tre absidi incorniciate da archi rinascimentali, racchiude pregevoli opere d'arte (tra cui una pala del '600 di Alessandro Turchi che raffigura "Sant'Agostino in meditazione") e l'accesso al sacello delle SANTE TEUTERIA E TOSCA. E' questa una piccola chiesa del quinto secolo, tra le più antiche del Veneto, che mantiene un'atmosfera severa e raccolta, molto vicina alla primitiva semplicità. Proseguendo sul lato destro incontriamo PALAZZO SCANNAGATTI GOBETTI, disegnato da Gabriele Frisoni alla fine del Quattrocento. E' un raffinato esempio di architettura proto-rinascimentale come testimonia lo stupendo portale del piano nobile riccamente cesellato, ripreso nella decorazione delle bifore centrali divise da una colonna tortile; ai lati due finestre danno su eleganti balconcini riccamente intarsiati a motivi geometrici. Analogo motivo delle bifore centrali intarsiate e dei balconcini laterali, questa volta incorniciati a scanalature, si presenta nel piano successivo. Più tardi furono aggiunte delle finestre e tre statue a coronamento finale, opera ottocentesca dello scultore Grazioso Spiazzi che metaforicamente raffigurano Passato, Presente e Futuro. Adiacente sorge PALAZZO CARNESALI, che arriva sino all'angolo con via Guglielmo Oberdan. La sua facciata, aperta da negozi nel pianterreno e finestre curvilinee, è ariosa e solare, con portali e signorili balconi a fisarmonica in marmo rosso di Verona; sugli stipiti del primo portale sono incisi i segni dei livelli raggiunti dal fiume Adige durante i disastrosi straripamenti degli anni 1512, 1568, 1757, 1845 e 1882.
All'angolo con via Diaz, un'ultima prestigiosa residenza è il barocco PALAZZO CARLOTTI realizzato nel 1665 su disegno di Prospero Schiavi. Presenta uno scenografico portale inquadrato da poderose colonne che sostengono il poggiolo del piano nobile, e un triplo ordine di finestre scolpite, concepite differentemente in ogni piano: al pianoterra sono ingabbiate in singolari inferriate rivolte verso il basso, al primo piano sono abbellite con mascheroni, e nel secondo ciascuna è inquadrata da una conchiglia. Originale lo zoccolo bianco, che funge da sostegno per la facciata e comoda panchina per chi sosta sulla pubblica via. Di fronte al palazzo si apre una piccola piazzetta ingentilita dalla CASA DEI GIOLFINO, nota famiglia di artisti veronesi, sulla cui facciata sono ancora visibili i resti della decorazione pittorica che un tempo la ricopriva interamente; affreschi che taluni autori attribuiscono ad Andrea Mantenga, che fu a lungo ospite dei Golfino. Il viale termina davanti alla splendida PORTA BORSARI, che in epoca romana era il principale ingresso alla città. Fu costruita nel I secolo d.C. seguendo i dettami tipici dell'architettura imperiale, con una struttura articolata su tre livelli. Era un edificio con corte centrale e doppi passaggi nelle facciate, di cui rimane solo la facciata esterna: nel livello più basso si aprono due fornici ad arco a tutto sesto, inquadrati da lesene con capitelli corinzi, che sorreggono trabeazione e frontone. Sopra vi sono due livelli sovrapposti, scanditi da eleganti finestre arcuate.
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