piazza Erbe, 1
37121 Verona (vr)
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CASE MAZZANTI
Situate sul lato orientale della centralissima piazza delle Erbe, le Case Mazzanti sono tra i palazzi più antichi della città ed un mirabile esempio di pittura ornamentale delle facciate. Una consuetudine molto diffusa in città durante il rinascimento, che valse a Verona il soprannome di Urbs Picta, città dipinta.
L'uso di dipingere le facciate esterne di case e palazzi nobilari è molto antico, e nella città di Verona tale consuetudine era talmente diffusa che durante il Rinascimento la città si era conquistata il soprannome di "Urbs picta", ovvero città dipinta. Inizialmente la pittura sulle facciate veniva realizzata solo per proteggere le superfici murarie da pioggia, neve ed altre intemperie, ma ben presto venne impiegata come prezioso elemento decorativo. Sui palazzi dei ricchi signori iniziarono a comparire disegni geometrici, imitazioni di tappezzerie, fregi complessi ed anche interi cicli figurativi, realizzati con pigmenti terrosi che mescolati all'acqua venivano applicati sull'intonaco fresco. Vento, pioggia e sole con l'inesorabile scorrere dei secoli hanno cancellato in gran parte l'aspetto pittoresco e coloratissimo dell'urbs picta, ma qualcosa di meraviglioso è ancora rimasto, come le Case Mazzanti. Situate lungo il lato orientale della centralissima piazza delle Erbe, LE CASE DEI MAZZANTI SONO TRA I PALAZZI PIU' ANTICHI DELLA CITTA'. Uno splendido e ben conservato caseggiato che inizia dopo il Volto Barbaro e che si allunga fino ad arrivare all'angolo con Corso Santa Anastasia. Le cronache cittadine raccontanto che nel dodicesimo secolo la loro parte superiore veniva utilizzata dalla famiglia degli Scaligeri come granaio, mentre nella parte inferiore erano aperte botteghe, magazzini ed abitazioni.
Nei primi anni del cinquecento, durante la breve dominazione su Verona di Massimiliano d'Austria, l'edificio fu donato dall'imperatore a Giovanni Gonzaga, che nel 1527 lo vendette alla famiglia dei Mazzanti. Fu in questo periodo che i nuovi proprietari fecero dipingere ad Alberto Cavalli le facciate dell'edificio "ad ornamento della patria e per decoro suo e dei suoi", come recita l'iscrizione latina ancora oggi visibile nel prospetto verso piazza Erbe. Sulle pareti già affrescate con finte architetture il pittore mantovano aggiunse le Allegorie dell'Ignoranza, della Prudenza e dell'Invidia; sul corpo d'angolo quelle della Lotta tra Giganti e della Provvidenza. Uno sguardo merita anche il retro dell'edificio, dove una ripida scala esterna e la splendida vera del pozzo con guide in ferro che permettevano di calare i secchi dalle case, compongono uno degli angoli più intimi e pittoreschi di Verona. Oggi molti degli affreschi che un tempo ornavano gli edifici religiosi e privati del centro storico sono esposti nel MUSEO DEGLI AFFRESCHI G.B. CAVALCASELLE situato in un ex convento delle Suore Franceschine via del Pontiere, accanto alla secolare Tomba di Giulietta Capuleti. Si tratta di pregevoli e delicate opere d'arte realizzate tra il decimo ed il sedicesimo secolo che sono state recuperate dalla Grotta dei Santi Nazaro e Celso (uno dei più antichi sacelli del territorio veronese), dalle pareti esterne del palazzo Fiorio della Seta, dalla Sala della Musica di Casa Guarienti e da numerosi altri edifici pubblici e privati di Verona.
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