SULLE TRACCE DI VERONA ROMANA
Abitata sin dalla notte dei tempi, la città di Verona ebbe i primi stabili rapporti con Roma a partire dal IV secolo a.C. e già nel 216 a.C. le genti che vivevano in quest'area avevano raggiunto una consistenza tale da essere ricordate come "presenti con un proprio contingente nell'esercito romano che combatte la battaglia di Canne". Nel 148 a.C. fu inserita nel tracciato della via Postumia (che univa il Mar Ligure con l'Adriatico) e nel 49 a.C. divenne Municipium ottenendo la cittadinanza romana. Furono costruiti grandi teatri, ricchi palazzi, templi, acquedotti, fognature e l'urbe raggiunse il massimo splendore durante l'età Flavia. In città sono ancor'oggi numerosi gli edifici e i monumenti che testimoniano quell'epoca e l'importanza raggiunta durante gli anni dell'impero: in primis L'ARENA, lo splendido anfiteatro eretto nel I secolo d.C. con il marmo estratto da cave della provincia. Dopo oltre duemila anni essa mantiene intatto il suo fascino e la sua imponenza, con una ininterrotta sequenza formata da 72 doppie arcate in pietra che creano un'ellisse larga centodieci metri e lunga centoquaranta capace di accogliere quasi ventimila spettatori. Osservandola da vicino è curioso notare come sia situata due metri più in basso rispetto all'attuale livello stradale, alzatosi nel corso dei secoli; è questa una caratteristica comune a molti edifici e strade dell'epoca. Inizialmente posta fuori dalle mura della città, venne in essa ricompresa nel 265 d.C. con la costruzione delle MURA DI GALLIENO, ancora oggi visibili nell'omonima piazzetta ad essa retrostante. Dopo secoli di pace furono realizzate in fretta, per difendere la città dalle incursioni barbariche; senza particolari estetismi ed utilizzando materiali di recupero. Proseguendo il nostro itinerario alla scoperta di Verona romana raggiungiamo il MUSEO LAPIDARIO MAFFEIANO, il cui ingresso è situato ai piedi dei Portoni della Bra, all'angolo di via Roma. Istituito nella seconda metà del settecento è il secondo più antico museo pubblico d'Europa (dopo i musei Capitolini di Roma); in esso sono conservate centinaia di epigrafi e materiali scultorei di epoca romana, oltre a materiali epigrafici greci, etruschi e paleoveneti. Da una delle sue sale si accede ad un collegamento che supera le mura scaligere e conduce alla Gran Guardia, offrendo un' insolita visione dall'alto dell'Arena e di una delle piazze più belle del mondo. Uscendo imbocchiamo via Roma e raggiungiamo Castelvecchio, medioevale maniero che fu residenza degli Scaligeri. In una piccola piazza alla sua destra è presente L'ARCO DEI GAVI, un raro esempio di arco onorario romano dedicato ad una famiglia di privati cittadini. Risalente al I secolo d.C. è un arco quadrifronte a pianta rettangolare allungata, con copertura piana cassettonata nel vano interno, realizzato impiegando blocchi di pietra bianca disposti in filari; ha una struttura tetrapila con due fronti principali e due secondari.
Sui fronti principali vi sono quattro colonne corinzie, e negli spazi tra le colonne sono presenti delle nicchie che un tempo ospitavano le statue dei personaggi onorati. Proseguiamo lungo CORSO CAVOUR, una elegante strada rinascimentale che ricalca il tracciato suburbano della Via Postumia. In età imperiale era una zona sepolcrale, situata fuori dalle mura cittadine per dare ai defunti un sonno indisturbato. I resti di alcune tombe sono visibili nel Sacello delle Sante Teuteria e Tosca, posto sotto la sacrestia della Chiesa dei Santi Apostoli (situata in una piazzetta laterale). Arrivati in fondo al corso troviamo PORTA BORSARI, che costituiva il principale ingresso alla città ed immetteva nel Decumano Massimo (l'odierno corso Porta Borsari). Fu costruita nel I secolo d.C. seguendo i dettami tipici dell'architettura imperiale, con una struttura articolata su tre livelli. All'epoca era un edificio con corte centrale e doppi passaggi nelle facciate, di cui oggi rimane solo quella esterna. Varcata l'antica porta proseguiamo verso Piazza Erbe, fermandoci all'incrocio con via IV Spade. Qui era un arco intitolato a Giove Ammone che formava un ingresso monumentale sul Decumano, oggi parzialmente visibile nelle pareti del negozio alla nostra destra. Riprendendo il cammino arriviamo in PIAZZA ERBE, l'area dove sorgeva il Foro: il centro civile, politico e religioso della città (di cui l'attuale piazza conserva la lunghezza originaria di 140 metri). Alla nostra sinistra c'è il barocco PALAZZO MAFFEI nei cui sotterranei sono visibili i resti di un grande tempio del I secolo a.C. che aveva un colonnato lungo più di nove metri. Una statua di Ercole, che apparteneva all'antico tempio è presente sulla balaustra del palazzo, accanto ad altre cinque di realizzazione rinascimentale. Proseguendo verso il centro della piazza troviamo la FONTANA DI MADONNA VERONA, realizzata nella seconda metà del XIV secolo utilizzando una statua rinvenuta nel tempio posto sotto Palazzo Maffei e una vasca in marmo rosso proveniente dalle terme romane che erano presenti nella zona del Duomo. Pavimentazioni e fondamenta romane sono visibili anche nella retrostante Piazza dei Signori, dalla quale possiamo raggiungere il Cortile del Tribunale e gli SCAVI SCALIGERI. E' questa una grande area archeologica sotterranea che permette di compiere un affascinante viaggio alla scoperta della Verona romana, in cui sono visibili i resti di una vasta area residenziale con ricchi mosaici di vari colori e parte di una strada che correva sotto l'attuale via Dante. Il nostro itinerario ci porta ora in via Cappello, l'antico Cardo Massimo. Poco oltre la Casa di Giulietta voltiamo a destra e percorriamo via Zambelli arrivando sino all'isolato posto all'angolo con via San Cosimo, sede di un istituto di credito. Nei sotterranei dell'edificio sono ben visibili i resti di un'antica Domus Romana del III secolo d.C. con pianta quadrata e cortile centrale fornito di vasca per raccogliere l'acqua piovana.
Tornati su via Cappello raggiungiamo PORTA DEI LEONI, di cui rimane una metà verticale della parte interna, murata in un palazzo del duecento. Fu costruita nel I secolo d.C. utilizzando prospetti in pietra bianca che vennero addossati ad una preesistente porta repubblicana, divenuta nel frattempo troppo austera rispetto alle mutate condizioni economiche dell'urbe. Davanti a lei, due metri sotto il livello stradale, sono visibili la base di una delle sue due torri difensive, uno scorcio del muro laterale e frammenti della pavimentazione. Anche in qui si può notare come il livello stradale in epoca romana fosse più basso dell'attuale, alzatosi nei secoli. Il nome attuale della Porta risale al XV secolo, a ricordo di una tomba romana rinvenuta nelle vicinanze e ornata con due leoni, oggi visibili dietro il monumento al Re Umberto I situato ad un centinaio di metri verso Ponte Navi. Percorrendo lungadige Rubele e via Sottoriva arriviamo sul retro della BASILICA DI SANTA ANASTASIA, dove in epoca imperiale si trovava uno dei principali porti fluviali della città. Era posto vicino al ponte Postumio, uno dei sette ponti che attraversavano l'Adige, crollato nell'anno 1239 dopo una ennesima travolgente piena. Risalendo il fiume arriviamo a PONTE PIETRA, costruito nel I secolo a.C. in corrispondenza di un guado sul fiume che in questo punto era presente sin dalla notte dei tempi. Davanti a noi si innalzano, addossati al colle di San Pietro, i resti di quello che era il magnifico TEATRO ROMANO; lo spettacolo è incantevole, con i pezzi di muraglioni a vista e terrazze insinuate nella collina. Un ascensore situato dietro l'ultima fila di gradoni del teatro conduce al MUSEO ARCHEOLOGICO allestito all'interno del convento di San Girolamo. Le sue sale custodiscono vasi, mosaici, sculture, oggetti in vetro e utensili, iscrizioni sacre e sepolcrali, parti dell'acquedotto romano tracciato sul ponte Postumio e antichi elementi decorativi del Teatro. Ritornando su Ponte Pietra e tenendoci sulla destra superiamo vicolo Sabbionara e via Pietà Vecchia, sino a raggiungere la piazza del Duomo. E' questo l'antico quartiere termale romano, dove la chiesa di SANTA ELENA racchiude una interessante area archeologica con i resti di una basilica paleocristiana del IV secolo. Da visitare è pure l'adiacente MUSEO CANONICALE, che espone numerosi reperti rinvenuti durante scavi effettuati nella zona.