ALLA SCOPERTA DELLE CHIESE VIVE


Nella città di Verona la Associazione Chiese Vive si prefigge lo scopo di mantenere e tutelare l’immenso patrimonio di cultura ed arte pervenutoci, tramandandolo alle future generazioni pur ponendolo a disposizione dei visitatori. Nello svolgere questa attività ha posto sotto la propria ala quattro chiese storiche della città, che offrono un panorama unico per continuità artistica e vertici espressivi: San Zeno, San Fermo, Santa Anastasia e il Duomo. Volendole visitare in un solo giorno, per usufruire del biglietto cumulativo a prezzo scontato, partiamo dalla BASILICA DI SAN ZENO che è la più esterna. E’ situata nell'antica contrada della Beverara, odierno quartiere di San Zeno che nel trecento venne incluso nell'urbe e difeso dalle mura fatte costruire dalla Signoria degli Scaligeri. PRINCIPALE CAPOLAVORO DEL ROMANICO IN ITALIA, E' DEDICATA AL SANTO PATRONO della città. Il nucleo originario della Basilica di risale al IV secolo, quando una chiesetta fu eretta vicino al sepolcro del santo; varie volte rimaneggiata è giunta alle attuali forme sul finire del primo millennio. Ingrandita dopo il violento terremoto che nel 1117 colpì il nord Italia, fu completata nel corso del XIV secolo. La facciata, in tufo e marmo, presenta un grande rosone circolare, decorato con statue che raffigurano momenti della condizione umana. Sotto il rosone si trova il protiro, semplice ma elegante, sostenuto da colonne che poggiano su leoni. Protegge un magnifico portale rivestito con formelle in bronzo (X-XII secolo) su cui sono raffigurate scene della vita di Cristo e dell'Antico Testamento. A destra della chiesa si innalza un campanile che ne riprende lo stile alternando fasce di tufo e cotto, e che racchiude le più antiche campane di Verona, fuse nel 1149. Sulla sinistra il chiostro e la torre merlata, ultimi resti di una grande abbazia benedettina. L'interno, con pianta a croce latina a tre navate, è suddiviso su tre livelli: la cripta è in basso, sovrastata prima dalla chiesa plebana e poi dal presbiterio, a cui si accede mediante due maestose scalinate in marmo. Sebbene le pareti siano ornate da due ali di stupendi affreschi del XII e XIII secolo, è nell'abside maggiore che sono ospitate le opere di maggiore valore: un superbo Trittico del Mantegna raffigurante la Madonna in trono ed una statua in marmo di San Zeno. Dalla navata di sinistra si accede al grande chiostro romanico del XII secolo: composto da numerosi archetti sorretti da colonne binate, racchiude antichi sepolcri, affreschi e una edicola con lavatoio. Nella cripta sotterranea, suddivisa in nove navate sostenute da colonne con capitelli differenti, una teca di cristallo conserva i resti del santo, il cui volto è coperto da una elaborata maschera d'argento. La prossima chiesa del circuito è il Duomo, che dista circa tre chilometri; lungo il percorso si potrebbero visitare SAN BERNARDINO, SAN LORENZO, SANTI APOSTOLI e SANTA EUFEMIA.

Sebbene sia quasi celata in una piazza minuscola ed austera, il DUOMO DI VERONA è comunque una delle chiese più belle della città. Esternamente armoniosa e alta sui tetti del centro, fu edificata sui resti di una precedente basilica paleocristiana e consacrata nel 1187 da Papa Urbano III. Nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi, volti ad accrescerne le strutture e migliorarne le forme: nel XV secolo fu ampliata, sopraelevando le navate ed inserendo sulla facciata elementi tardogotici; nel XVI fu aggiunto il campanile (terminato nel 1913) e nel XVIII le cappelle laterali furono riprese con forme barocche. La facciata, tripartita da contrafforti triangolari, è UNA SINGOLARE FUSIONE DI GOTICO E ROMANICO: un'architettura di colori dominata dallo splendido protiro a due livelli. Nella parte inferiore è sorretto da colonne tortili che poggiano su grifoni alati e sostengono un arco a tutto sesto; nella parte superiore un altro arco a tutto sesto, sormontato dal timpano. Il portale, scolpito con immagini di profeti ed animali, è sovrastato da una lunetta in cui un bassorilievo policromo ritrae la Madonna in trono col Bambino, circondata dai Magi e pastori. L’interno della Cattedrale è solenne, con una maestosità che lascia estasiati. Ci sono tre navate con volte a crociera e cinque campate ripartite da otto elaborate colonne in marmo; nei fianchi delle navate si aprono quattro cappelle per lato, con le due maggiori che costituiscono il braccio corto di una croce. Ovunque è un’opera d’arte: le cappelle e gli elaborati altari; gli affreschi della volta e dell'arco trionfale; il tornacoro semicircolare a marmi policromi; il crocifisso in bronzo del presbiterio. Nella cappella Cartolari Nichesola è presente una splendida Pala dell'Assunta realizzata da Tiziano Vecellio (1530), unica opera del grande pittore bellunese ancora rimasta a Verona; si tratta di un grande dipinto ad olio su tela (4x2,2) che racconta l’Assunzione della Vergine in cielo. Dall'interno del Duomo si accede al Battistero di SAN GIOVANNI IN FONTE, una piccola chiesa di epoca longobarda, che conserva pregevoli affreschi ed una splendida fonte battesimale del XII secolo, autentico capolavoro della scultura romanica veronese. Adiacente ad esso si trova la piccola CHIESA DI SANTA ELENA, realizzata nel IX secolo e rimaneggiata nel XII, che racchiude un'interessante area archeologica in cui emergono resti di una chiesa risalente ai primi secoli del cristianesimo. Fanno parte del complesso della Cattedrale anche il Chiostro dei Canonici, realizzato tra il 1117 ed il 1120 con un doppio ordine di colonne romaniche in marmo rosso, ed il Museo Canonicale, in cui sono conservati reperti di epoca romana, arredi sacri, sculture e dipinti.

Solo poche centinaia di metri separano il Duomo e la BASILICA DI SANTA ANASTASIA, la più grande chiesa ed anche IL PIU' RILEVANTE MONUMENTO GOTICO DELLA CITTA'. I lavori per la sua costruzione iniziarono alla fine del duecento e proseguirono per quasi due secoli, sino alla consacrazione avvenuta nel 1471. La facciata in cotto, divisa verticalmente in tre sezioni che corrispondono alle navate interne, nella sua querula incompiutezza è imponente e solenne. Su tutto spicca il suo elaborato portale ornato con uno splendido alternarsi di marmi policromi, diviso in due sezioni sovrastate da archi acuti. L'interno della basilica, a forma di croce latina, è suddiviso in tre navate congiunte da volte a crociera sostenute da dodici possenti colonne in marmo bianco e rosso con capitelli gotici a motivi floreali; motivi floreali tardogotici e rinascimentali che finemente decorano anche le volte delle navate in una ensemble di rara bellezza. Le pareti laterali della chiesa presentano una fila continua di grandi altari, ornati da pale, affreschi e sculture che vanno dal XIV al XVIII secolo, realizzate dai maggiori artisti dell’epoca. In primis lo spettacolare affresco San Giorgio e la Principessa conservato nella Cappella Pellegrini: opera del Pisanello è considerato il principale capolavoro del grande artista e massima espressione del gotico veronese. Spostandoci lungo il fiume raggiungiamo Ponte Navi e la adicente CHIESA DI SAN FERMO MAGGIORE ultima tappa del nostro percorso. E’ questa una delle costruzioni religiose più interessanti di Verona, COMPOSTA DA DUE CHIESE CONNESSE E SOVRAPPOSTE; un unicum in cui lo stile romanico si fonde armoniosamente con il gotico. La chiesa inferiore fu eretta tra il 1065 e il 1143 sui resti di un'antica pieve del V secolo; la chiesa superiore nei primi decenni del XIV secolo dai frati francescani, che lasciarono intatta quella inferiore e fecero la superiore in stile gotico, arricchendola durante i secoli con affreschi, cuspidi e numerose opere d'arte. La facciata è divisa in due parti da una galleria d'archetti: la parte inferiore con il magnifico portale è in tufo e appartiene alla preesistente chiesa romanica; quella superiore, tipicamente gotica, presenta un rivestimento murario a fasce alternate di tufo e cotto, su cui si apre una grande finestra quadrifora, sormontata da una piccola trifora incastonata tra due loculi. Entrando si rimane affascinati dal soffitto ligneo a carena di nave e dalle numerose opere d’arte presenti.

© autore dell'articolo: Giampaolo Beschin

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