SETTE CONTRO TEBE



ore 21.15: questa sera, nell’ambito della rassegna Estate Teatrale Veronese (Festival Shakesperiano 2017), l’Istituto Nazionale del Dramma Antico mette in scena SETTE CONTRO TEBE, tragedia di Eschilo proposta nella nuova traduzione di Giorgio Ieranò. Tra i protagonisti gli attori Marco Foschi, Aldo Ottombrino e Anna della Rosa diretti da Marco Baliani. La tragedia descrive con icastico nitore il terrore della guerra e richiama in modo diretto ed efficace il dramma epocale dei popoli che oggi, alle porte d’Italia e nel bacino del mediterraneo, vivono in stato d’assedio e di guerra con le sofferenze che rimbalzano quotidianamente anche sulle società europee. “Tebe - dice Marco Baliani - è una città assediata, in preda al panico, contesa tra eserciti fratelli. È la paura la protagonista dell’intera opera, una paura fomentata dai suoni, dal clamore e dagli echi dell’esercito nemico che circonda la città. Una città abitata più da donne che da uomini, come tutte le città contemporanee dove la guerra e l’assedio sono stillicidio quotidiano. Tebe è come Sarajevo ieri, come Aleppo oggi. Quando il Messaggero descrive la terribilità degli scudi dei sette guerrieri nemici che si apprestano ad assaltare le sette porte della città, proietta su quegli scudi la paura dell'intera città. Eteocle deve faticosamente trovare altre parole che rendano inefficaci le apocalittiche visioni del Messaggero, riducendo i sette guerrieri nemici a umanissimi corpi contro cui scagliare altri corpi guerrieri, i sette eroi tebani che li affronteranno, compreso lui stesso che si scontrerà alla settima porta col fratello Polinice. Eteocle è un eroe fragile, L’efficacia delle sue parole si misura solo sul plauso del popolo, prima ancora che sulla scena della battaglia. Fin dall’inizio si scontra con le donne impaurite, scaricando su loro l’ansia dello scontro imminente. Antigone è figura anch’essa fragile, attonita di fronte alla catastrofe, guidata unicamente dall’istinto. A lei, fin dall’inizio metterò in bocca parole che spetterebbero al coro, perché la guerra fratricida avviene da subito anche all’interno della città, è una guerra tra fratelli malnati. La scissione finale tra chi vorrebbe seppellire Polinice e chi no è quello che sempre accade dopo una vittoria, quando comincia la spartizione cruenta tra i vincitori alleati, quello che è accaduto alla Libia dopo Gheddafi, quel che accadrà a Mosul tra breve, quel che accadde a Berlino nel secolo scorso".
 
>> BIGLIETTO platea numerata 29,00 euro; gradinata 18,00; gradinata ridotta 10,00 (giovani e anziani)
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