LA TRADIZIONALE FESTA DE LA RENGA DI PARONA
Nel giorno che segue la fine del carnevale, che per la Chiesa Cattolica è il mercoledì delle ceneri, si svolge a Parona (allegro rione alle porte di Verona in direzione della Valpolicella) la tradizionale Festa de la Renga. Qui si ritrovano i veronesi de soca e le maschere del carnevale, per decretare ufficialmente la fine del periodo di festa e l'inizio della Quaresima, mangiando polenta brustolà e renga, accompagnate dalle varie tonalità del vino rosso della Valpolicella. Un interessante articolo di Rinaldo Dal Negro pubblicato sul libretto che ne pubblicizza il programma, così descrive questo FOLKLORISTICO ED IMPERDIBILE APPUNTAMENTO: "Parona nei secoli scorsi era uno dei più pittoreschi paesi della provincia veronese, tant'è vero che lo storico Arturo Pomello, all'inizio del novecento, così "dipingeva" il comune di Parona di Valpolicella: "Posto alle falde di una collina tutta lieta di pampini, tutta piena di care memorie, sotto un cielo di cobalto, bagnata dall'Adige che canta la sua eterna canzone al sole". Oltre che alla fertilità della sua terra, traeva reddito da alcune piccole attività artigianali e commerciali e dalla conduzione di vari esercizi pubblici, tra cui una dozzina di tipiche osterie. Venivano inoltre effettuate varie attività sull'Adige, allora importante via fluviale di comunicazione con in loco un porticciolo ed un traghetto per raggiungere l'altra riva del fiume. Tra queste attività la più importante era il trasporto di merci provenienti dal Tirolo, in special modo legname e prodotti alimentari, tra cui l'aringa essiccata proveniente dai mari del Nord. Queste premesse ci aiutano a comprendere le origini del consistente afflusso di cittadini di Verona e dei paesi vicini che venivano, e vengono tuttora, a Parona per degustare il tipico piatto di polenta e renga. Questa consuetudine RISALE AD ALCUNI SECOLI OR SONO, QUANDO I BURCHIERI (navigatori di fiume che conducevano delle speciali imbarcazioni dette burchi) che scendevano lungo l'Adige erano costretti durante il fine settimana, ovvero quando l'attraversamento fluviale della città era impedito dallo sbarramento doganale nei pressi dell'attuale Ponte Catena, a fermarsi nela zona di Parona.
Durante la sosta si rifocillavano nelle osterie del luogo e, quale compenso, a volte lasciavano il controvalore in merce trasportata, tra cui qualche cassettina di aringhe. Ed ecco che le nostre "parone" - cioè le padrone delle varie osterie - impararono a cucinare e a servire questo gustoso pesce in maniera così straordinaria che la cosa si propagò oltre i confini del luogo ed ebbe così inizio la tradizione di venire a Parona per consumare questo pesce accompagnato da polenta brustolà e buon vino del luogo. Storia o leggenda? Fatto sta che l'occasione era data soprattutto dal fatto che durante la quaresima bisognava cibarsi "di magro" e così, dopo le scorpacciate del carnevale, tutti a Parona il mercoledì delle Ceneri per mangiare polenta e renga preparata e servita nelle locali osterie per i forestieri e nelle famiglie per amici e parenti. La gente era tanta e tale, che la Curia Vescovile, il 12 febbraio 1836, inviò un'ingiunzione al parroco di Parona di "levare la processione" in detta circostanza, per "il continuo passaggio delle carrozze ed il troppo avvicinamento di persone di diverso sesso per la ristrettezza della strada, a cui si aggiunge il maggior concorso di gente perduta in passatempi carnevaleschi…". Col passare del tempo la gente venne a Parona in numero sempre maggiore, prima con le carrozze e poi CON LE BICICLETTE O IL TRENINO VERONA-CAPRINO. In questo modo la ricorrenza si era trasformata in una festa, spontanea e scadente di giorno feriale, con giostre per grandi e piccini. Nel secondo dopoguerra, con il progressivo mutare delle abitudini, la tradizione di una scampagnata a Parona per degustare polenta e renga andò via via affievolendosi. Per evitare che l'antica tradizione andasse perduta, nel 1969 sorse il Comitato Benefico Festa de la Renga per organizzare e valorizzare la manifestazione che venne presto inserita tra le manifestazioni ufficiali dello storico Carnevale veronese, contribuendo ulteriormente a far apprezzare quanto il paese offre sotto l'aspetto storico, enogastronomico e culturale.
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