TOTI SCIALOJA, IMPRONTE



sino a fine marzo la Galleria dello Scudo di Verona ospita la mostra TOTI SCIALOJA, IMPRONTE. La rassegna curata da Giuseppe Appella e centrata su una selezione di 30 dipinti provenienti dalla Fondazione Scialoja è dedicata alla stagione più nota della ricerca espressiva di Toti Scialoja, quella fra il 1957 e il 1963. Scialoja, di ritorno da New York dove si era recato nel 1956 per un soggiorno di alcuni mesi trascorsi sperimentando l’assoluta libertà del gesto, matura in questo periodo un radicale cambiamento: abbandona la pittura tradizionale, dipinge ora con carte intrise di colore e pone l’impronta sulla tela affidandosi nel contempo a quel cieco automatismo, quasi a scoprire le ragioni più intime dell’animo. Le mostre a New York alla Catherine Viviano Gallery nell’ottobre 1956, quindi a Roma alla Galleria La Tartaruga con Afro e Burri nel febbraio 1957 e, tre mesi dopo, alla Galleria Schneider, hanno già nei titoli delle opere (Interruzione, Sovrapposto, Irritazione) una spia nel processo di avvicinamento a una pittura libera e felice, lontana dal museo immaginario creato in oltre vent’anni di disciplinato impegno nell’arte e nella critica. 
 
Il primo ad accorgersene è il poeta Murilo Mendes, in una lettera a Scialoja del maggio 1957: “Dai suoi quadri emana una sensazione di forza e di grandezza spaziale: per Lei il colore è anche uno spazio”. In questo spazio, complice la solitudine di Procida che ha portato in primo piano quel movimento sperimentato sin dalle prime passioni espressioniste, si sprigionano le forze automatiche capaci, tramite impulsi progressivi, di stabilire un contatto diretto tra l’artista e la tela, di comunicare le emozioni. La mostra si apre con Il sette di settembre, 1957, uno dei primi quadri dipinti da Toti Scialoja con la tecnica dello “stampaggio”. Ogni intervento sulla tela inchiodata al suolo viene ora superato da un nuovo procedimento: “riempire di colore un foglio, rovesciarlo sulla tela e stamparlo battendo forte con le mani, fu la soluzione che apparentemente allora aboliva una mia scelta e affidava unicamente a una fatalità il mio intervento sulla superficie”, ricorda l’artista in una testimonianza riportata nel catalogo dell’antologica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma nel 1991
 
>> INGRESSO LIBERO da lunedi a sabato con orario 10.00-13.00 e 15.30-19.30 (chiuso domenica)
>> Per essere sempre aggiornato, metti Mi Piace sulla nostra pagina WWW.FACEBOOK.COM/VERONA.NET

ALTRI EVENTI IN PROGRAMMA PRESSO Galleria DELLO SCUDO