MIMESIS 3RD STONE FROM THE SUN



sino al 20 maggio la galleria Studio La Città ospita la mostra di Vincenzo Castella dal titolo MIMESIS 3RD STONE FROM THE SUN a cura di Salvatore Lacagnina. Noto per i suoi paesaggi urbani, l’artista rivolge il suo sguardo alla Natura, proseguendo il lavoro avviato nel 2018 con una serie di fotografie presentate tra l’altro in galleria nell’esposizione Trame senza fissa dimora. Oggi le opere assumono dimensioni più ridotte e Castella sperimenta una stampa fotografica su carta giapponese di gelso, che è in grado di conferire alle immagini due caratteristiche specifiche di assoluta importanza: una luce particolare e la trasparenza. Quest’ultima rappresenta un elemento irrinunciabile del nuovo corpus di opere proposte per la mostra, al punto tale che nell’allestimento le fotografie saranno incorniciate tra due vetri in modo che, appese a parete, il muro sarà un doppio fondo, nell’intento preciso di svelare la trasparenza in un secondo momento. Oggetto di queste immagini è la Natura, il mondo vegetale in cattività. L’artista non è mai stato descrittivo e tantomeno sedotto da catalogazioni specifiche, ma ha sempre optato per un’osservazione attenta per comprendere la complessità delle visioni e delle rappresentazioni. In questa mostra il suo sguardo desidera avvicinarsi quanto più possibile alle cose, fino quasi ad entrarci dentro per tentare di capirle, conoscerne il segreto, coglierne forse il senso, in una visione più ampia e profonda. Tutto questo in parte è suggerito dal titolo della mostra, che il curatore Salvatore Lacagnina così descrive: Il titolo traccia perfettamente i confini e l’umore di questa mostra. Da un lato il richiamo al realismo. Mimesis è infatti il titolo della lunga, ambiziosa esplorazione del realismo nella letteratura occidentale (come si chiamava all’epoca) da Omero a Virginia Wolf, che, il grande filologo ebreo-tedesco Eric Auerbach aveva affrontato nell’esilio di Istanbul. 
 
3rd Stone From The Sun, è invece la citazione di un brano psichedelico del primissimo Jimi Hendrix, viaggiatore intergalattico, che, negli anni Sessanta del Novecento, scopre la terra dallo spazio, terzo sasso dal sole: “Strange beautiful grass of green, With your majestic silver seas / Your mysterious mountains I wish to see closer / May I land my kinky machine?”. La mostra accoglie il visitatore proprio con le note della musica di Hendrix e con le parole del suo testo, poiché nel lavoro dell’artista ritornano spesso le relazioni con la letteratura, il cinema, la Storia dell’Arte, la musica appunto. Tutto contribuisce alla costruzione dell’opera. Tra i progetti presenti in mostra: una serie dedicata ai fiori, fotografie realizzate in studio partendo da composizioni della flower designer giapponese Sachiko Ito e due installazioni video in animazione dello stesso soggetto; una selezione della serie Studio Eine Phantastik, Zurigo, realizzata alla Sukkulenten Sammlung della città svizzera; una nuova serie che l’artista ha prodotto nel parco botanico e nelle serre Fondazione Minoprio di Como (Urban Screen). Il percorso artistico di Castella ci ha mostrato nel tempo la realtà urbana, l’industria, il paesaggio, la pittura e l’architettura rinascimentale, e negli ultimi tempi si è concentrato sul mondo vegetale, sulla natura ritratta nella cattività dell’hortus conclusus. Non c’è opposizione, non c’è contrasto, ma un complesso ragionamento sulla fotografia, sulla rappresentazione, sulla luce, sul colore, sul punto di osservazione.
 
>> INGRESSO LIBERO; in osservanza delle vigenti disposizioni per contenere il diffondersi del virus COVID-19 sarà possibile accedere alla Galleria muniti di guanti e mascherina nei giorni da martedì a giovedì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Sono inoltre programmate delle visite guidate, di 50 minuti, con prenotazione obbligatoria.
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