FRAGILISSIMO, ARCANGELO SASSOLINO



sino al mese di settembre la Galleria dello Scudo di Verona ospita una interessante mostra personale dell’artista trapanese Arcangelo Sassolino dal titolo FRAGILISSIMO. L’opera di Sassolino ha origine dalla compenetrazione tra arte e fisica. Il suo interesse per la meccanica e per la tecnologia apre a nuove possibilità di configurazione della scultura e di indagine sulle energie latenti della materia. Velocità, pressione, gravità, tensione costituiscono le basi di una ricerca rigorosa, sempre protesa a sondare il limite ultimo di resistenza e di non ritorno. I lavori consistono solitamente in congegni che generano performances inorganiche. Si animano, si consumano, vivono di contrasti di forze e di conflitti intrinseci, contemplando il rischio del collasso quale parte fondamentale dell’esperienza. Attraverso differenti stati della materia si affermano i concetti di caducità, imprevedibilità, incompatibilità, pericolo e fallimento: aspetti altrettanto ineludibili della condizione umana. Nella mostra personale ora in programma a Verona, la sua prima alla Galleria dello Scudo, Sassolino presenta una selezione di opere create espressamente per l’occasione, in cui appaiono evidenti le strette relazioni fra esiti apparentemente inconciliabili per tipologia, ma in realtà parte di un percorso unitario focalizzato sul ripensamento del concetto di fragilità, metafora dell’effimero esistenziale. È una riflessione che connota la più recente sperimentazione dell’artista.
 
La rassegna si apre con l’installazione performativa D.P.D.U.F.A. (Dilatazione Pneumatica Di Una Forza Attiva) proposta in una versione di recente esecuzione. Collocata all’interno di una teca d’acciaio e protetta da lastre di policarbonato, una bottiglia di vetro è collegata a una bombola di azoto. Il gas vi fluisce all’interno in modo graduale. La pressione aumenta lentamente finché, in un attimo imprevedibile, il vetro esplode con violenza e si disintegra. “Credo che applicando alla materia quelli che la fisica definisce i fenomeni naturali… si possa dare una possibilità nuova alla scultura. E se vuoi tirare fuori qualcosa di nuovo dalla solidità di certi materiali, devi farlo attraverso macchine che abbiano ‘muscoli’. Non puoi far esplodere una bottiglia soffiandoci dentro con una cannuccia che usi per bere un’aranciata. Detto ciò, questi congegni vanno costruiti. Devono essere funzionali e sicuri”. Sono queste alcune riflessioni dell’artista, che bene sintetizzano lo spirito da cui è scaturita quest’opera. “Il vetro contiene in sé una sottile minaccia. Ho usato la bottiglia nella sua basica banalità per farla diventare immagine degli improvvisi pericoli della vita. E per non parlare del mistero della solida trasparenza di questo materiale”. La sola regola possibile del 2019 è una colonna che si leva da terra, composta da spesse lastre di vetro tagliate in modo irregolare e tenute assieme da una morsa d’acciaio che le stringe in un corpo unico, analogamente a quanto accade in Qualcosa è cambiato dello stesso anno, sospesa invece a parete. La forza comprimente esercitata dalla morsa che le regge e le compatta deve essere calibrata al punto tale da sostenerle senza provocarne la rottura.
 
>> INGRESSO LIBERO dal lunedi al sabato, con orario continuato dalle 10.00 alle 19.30 (chiuso la domenica)
>> Per essere sempre aggiornato, metti Mi Piace sulla nostra pagina WWW.FACEBOOK.COM/VERONA.NET

ALTRI EVENTI IN PROGRAMMA PRESSO Galleria DELLO SCUDO