PORTA PALIO
corso Porta Palio
37123 Verona (vr)
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GIORNO DI CHIUSURA
il sabato e i giorni festivi

ORARI DI APERTURA
dalle 15.30 alle 18.30

PORTA PALIO


Realizzata attorno alla metà del XVI secolo, Porta Palio è da molti autori considerata il massimo capolavoro dell'architetto veronese Michele Sanmicheli. Un edificio maestoso in cui magnificamente ha saputo coniugare le esigenze belliche con la ripresa degli ordini e delle proporzioni classiche che è tipica dell'arte rinascimentale. Per secoli fu il punto di partenza del Palio del Drappo Verde.

Porta Palio fu costruita tra il 1542 e il 1557 nell'ambito del rinnovamento delle difese cittadine voluto dalla Serenissima Repubblica di San Marco e affidato all'ingegno del grande architetto veronese Michele Sanmicheli, durante il quale vennero realizzate anche Porta Nuova e Porta San Zeno. Un grande capolavoro dell'architettura militare, che secondo molti critici dell'arte rappresenta la più felice e riuscita congiunzione tra le esigenze belliche e la ripresa degli ordini e delle proporzioni classiche tipicamente rinascimentale: "un edificio di compiuta bellezza che armonizza il ricordo dello stile dorico con la possente architettura romana, il tutto unito e amalgamato nella novità di una potenza di composizione di strutture aperte e chiuse in maestoso equilibrio di forze". Anticamente i veronesi la chiamavano Porta Stupa, che in dialetto significa "chiusa". Essa infatti era un accesso secondario alla città, che veniva aperto solo nei giorni del raccolto e durante il PALIO DEL DRAPPO VERDE (da cui prese il nome e divenne Porta Palio). Il Palio del Drappo Verde era un'importante corsa podistica che per quasi sei secoli ha infiammato il cuore dei veronesi, che accorrevano sempre numerosi e chiassosi per sostenere il proprio campione. Nacque nel 1208 per celebrare una grande vittoria militare e fu disputata fino al 1795, quando le truppe di occupazione napoleoniche ne decretarono la fine per motivi di ordine pubblico. Un evento talmente famoso da scomodare DANTE ALIGHIERI, CHE LA CITA DEL XV CANTO DELL'INFERNO (Poi si rivolse e parve di coloro che corrono a Verona il Drappo Verde per la campagna) e San Bernardino, che nel 1534 chiese di farla disputare lontano dalla Quaresima. Il suo regolamento era minuziosamente descritto nello statuto cittadino ed il percorso seguiva un itinerario preciso, che nonostante le modifiche apportate nel corso di seicento edizioni, ebbe quasi sempre la sua partenza nei pressi di Porta Stupa.

Oggi la porta immette nell'omonimo corso, appendice iniziale di Corso Castelvecchio e Corso Cavour, che in epoca romana costituivano la parte finale della via Postumia. La facciata esterna, in bugnato liscio, è solenne e maestosa; VARCANDOLA SEMBRA DI PASSARE SOTTO UN GRANDE ARCO TRIONFALE, alla maniera di quelli che venivano innalzati per onorare le imprese vittoriose dei grandi condottieri romani. E' suddivisa su tre aperture rettangolari, di cui la centrale è la maggiore, racchiuse entro coppie di colonne doriche scanalate. Le porte laterali sono sormontate da un elegante timpano triangolare e sopra la chiave degli archi compaiono busti di condottieri romani adorni di elmo, che si sporgono verso il traffico cittadino; gli stemmi dell'urbe sono inseriti ai lati delle colonne centrali. La facciata interna, anch'essa in bugnato liscio, è decisamente meno ricca di quella esterna ma offre una sensazione di sicura difesa e di insuperabile baluardo. E' suddivisa su cinque grandi fornici, tutti inquadrati entro robuste colonne realizzate con grossi blocchi di pietra che ne aumentano la solennità, ed è ornata lungo la trabeazione mediante un elegante fregio classico con metope e triglifi. Nell'interno si aprono due atri con volte sorrette da robusti pilastri in tufo, che ricordano vagamente gli arcovoli dell'Arena. Nel sottosuolo, segrete gallerie la collegano con Porta Nuova e i Bastioni.

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