MUSEO MINISCALCHI ERIZZO
via San Mamaso 2/a
37121 Verona (vr)
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CONTATTI
045.8032484
museominiscalchi.it

GIORNO DI CHIUSURA
il sabato e la domenica

ORARI DI APERTURA
11.00/13.00 e 15.30/19.00

MUSEO MINISCALCHI ERIZZO


Quasi celato in una anonima traversa di via Garibaldi, è un'interessante raccolta di ceramiche, sculture, armi, reperti archeologici, monete e disegni iniziata nel rinascimento. Un museo particolare, in cui la visita comincia sin dall'esterno, dalla facciata che pare la solenne quinta di un teatro all’aria aperta.

Le origini del museo risalgono al 1955, quando il conte Mario Miniscalchi decise di costituire una Fondazione con scopi culturali ed educativi. Per trent’anni vennero studiati e catalogati migliaia di reperti, provenienti da secoli di acquisti e doni delle famiglie con cui i Miniscalchi si imparentarono. Un grande lavoro di sistemazione scientifica a cui si accompagnò il ripristino della casa signorile che durò fino al 1990, quando venne inaugurato il museo che oggi si articola su sedici sale. Il palazzo che lo ospita risale al XV secolo e segue uno schema che era tipico nell'architettura privata veronese del tardo medioevo: una facciata monumentale avanzata sul frontestrada che protegge il cortile interno, attorno al quale si apre l'edificio residenziale vero e proprio. Facciata monumentale che è un gioiello dell'architettura tardogotica, al centro della quale spiccano il portale a marmi policromi fortemente strombato e le due grandi bifore in stile veneziano del piano nobile, finemente decorata con AFFRESCHI CINQUECENTESCHI ESEGUITI DA MICHELANGELO ALIPRANDI E TULLIO INDIA. E' articolata su tre livelli: quello inferiore, su cui si aprono finestre con cornici in marmo rosso, è decorato a fresco con un fregio continuo di putti cavalcanti pantere in mezzo a viticci; nel piano nobile, in cui le finestre si allungano verso l'alto, è presente un grande affresco policromo che raffigura il mitologico banchetto di Damocle e affreschi minori sui lati; nell'ultimo piano troviamo finestre ogivali con davanzali in pietra e un grande affresco centrale, monocromo, in cui è raffigurato il Giudizio di Salomone. L'atrio è articolato in quattro vani ricchi di testimonianze archeologiche e architettoniche riportate in luce durante i restauri praticati negli anni ottanta. Come varco d'ingresso alla seconda sala troviamo un arco neogotico in tufo, mentre una doppia coppia di colonne in marmo rosso di Verona, con capitelli a fogliame d'acanto, delimita il terzo vano dell'atrio, dal quale si accede allo scalone che immette nel Museo. Nell'ultimo vano dell'atrio, che presenta uno splendido soffitto ligneo, è esposta una singolare slitta da traino monoposto, dipinta con mitologiche figure marine; un raro cimelio, forse uno di quelli che una cronaca del 1767 descrive gareggiare in piazza Brà durante un inverno molto nevoso.

La visita al museo è aperta da un ampio scalone, che ricrea l'atmosfera di una ricca casa patrizia, su cui diciotto dipinti incassati in cornici di stucco ne arredano le pareti. Lungo lo scalone sono esposte anche due armature ornamentali forgiate nel XIX secolo e una acquasantiera bizantina del VI secolo. Lo scalone introduce nella sala degli Antenati, rievocati dai quadri alle pareti; da qui si passa alla sala del Procuratore Erizzo, dal ritratto che commemora l'avvenuta nomina nel 1767 di Nicolò Erizzo a Procuratore della Serenissima. Si accede quindi alla sala delle Bifore, che ospita un grande camino in maiolica dalla tipologia tipicamente trentina, oltre a mobili del '500 e '700. L'arredo di mobili settecenteschi prosegue nella sala del Settecento, rappresentativa degli stili Luigi XIV, XV e XVI. In una vetrina sono ospitati antichi vetri di Murano, tra i quali spiccano tre vasi con coperchio di vetro soffiato decorato. Si passa quindi alla sala dedicata ai disegni: fogli inediti di autori veneti dei secoli XVI e XVII tra cui Falconetto, Farinati e Palma il Giovane. Da questa si entra nella Biblioteca, contenente opere di disparati autori ed argomenti, dai classici greci alle esplorazioni e alla linguistica. La successiva sala presenta vetrine con bronzetti etruschi, italici e romani, oltre a terracotte di uso domestico. La visita prosegue nell'Armeria orna di trofei d'armi, nella SALETTA DEI SOLDATINI E NELLA SALA DEL CONTE MOSCARDO, dal nome del grande erudito che lasciò in eredità le opere ivi contenute. Il percorso museale si conclude con la saletta dedicata all'arte sacra, cosi detta per la presenza di numerosi oggetti devozionali, che introduce alla cappella, dove campeggia un altare del tardo settecento e un altarolo domestico del XVII secolo, composto da un crocifisso e due candelieri in ambra con intarsi in avorio. Terminata la visita nel museo è da ammirare la parte del palazzo Miniscalchi che si estende lungo via Garibaldi, realizzato negli ultimi decenni dell'ottocento; si tratta di un complesso di edifici contigui talmente maestoso da sembrare una reggia in cui la parte centrale è arretrata e forma, con le due ali, un ampio ed insolito cortile. Di esso è particolarmente pregevole il timpano, decorato con un grande rilievo in pietra raffigurante lo stemma di famiglia, e la monumentale recinzione in ferro che separa gli spazi mai precludere lo sguardo. Le sue ampie sale oggi ospitano gli uffici di una grande banca europea.

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