ARTE E VINO



Cinque secoli d'arte per celebrare il vino, i suoi miti e le leggende, in un intreccio quasi indissolubile tra sacro e profano attraverso i capolavori di Picasso, Rubens, Tiziano, Tiepolo, Guido Reni, De Pisis, Depero, Morandi, Guttuso, Luca Giordano e vari altri, riuniti eccezionalmente nella mostra ARTE E VINO che sino al 16 agosto sarà ospitata nel Palazzo della Gran Guardia. Una grande esposizione che indaga il tema del vino sotto una nuova luce, riproponendone la storia antichissima che abbraccia le grandi civiltà del passato ed evidenziando le radici profonde nella tradizione italiana. Non a caso, 'Arte e Vino. Due eccellenze in una mostra unica' ha trovato la sua sede ideale nella città scaligera che dal 1967 ospita la più importante fiera del vino al mondo. Promossa da Comune di Verona, Provincia Autonoma di Trento, Museo Ermitage e Mart, la rassegna si è avvalsa di un prestigioso comitato scientifico che ha supportato i due curatori, Annalisa Scarpa e Nicola Spinosa, nella selezione delle opere in modo che fossero le più significative di ciascuna epoca rappresentata. Ecco quindi, grazie alla generosità di prestatori italiani e internazionali, 170 capolavori che descrivono il caleidoscopico universo delle rappresentazioni del vino nell'arte attraverso i secoli: grappoli, calici che si intrecciano in brindisi ideali, in segno di comunione e di fratellanza , cascate di tralci e di pampini, Cristo che sottrae la vite e il suo frutto al Tempo assicurandone l'eternità. Ma anche, e soprattutto, putti vendemmianti, menadi e satiri in processioni travolgenti e Bacco ebbro, Bacco in Trionfo, Bacco con Arianna, Bacco giovane e bello oppure vecchio e disfatto dal bere e dagli eccessi. Non manca però la fatica dell'uomo, il lavoro nei campi, il raccolto col suo risvolto bucolico e agreste, il ciclo delle stagioni, il senso della terra, il rito del convivio, la gioia della festa. Immagini tra sacro e profano, racconti, allegorie, metafore, paesaggi, stati d'animo che si susseguono in un excursus che presenta opere dal '500 al '900. Dalla suggestioni dell'antico e del Rinascimento alla monumentalità barocca, dal '700 seduttivo e mondano all'ottocentesca vita borghese fino alle astrazioni del XX secolo, la mostra veronese sottolinea dunque ancora una volta l'assoluto valore identitario del vino e del suo connubio con l'arte. Il percorso espositivo prende l'avvio con le suggestioni dall'antico, una breve sezione che propone eccezionalmente la straordinaria Tabula Cortonensis, celebre testo etrusco in cui si parla del vino. A seguire, i tesori della pittura sacra con le rappresentazioni dell'Ultima Cena, fra cui quella di Tiziano (dalla Galleria Nazionale delle Marche), e delle Nozze di Canaan, prima fra tutte l'intensa versione di Luca Giordano (da Capodimonte), nonché le diverse tele ispirate alla Cena in Emmaus. Sui temi bacchici, come Sileni, Arianne, Baccanali, la fantasia degli artisti si è sbizzarrita soprattutto tra XVII e XVIII secolo: si va dalla classica visione del mito di Annibale Carracci (da Capodimonte) e dall'esuberante e gioiosa carnosità del Bacco Ebbro di Rubens (dagli Uffizi) al Bacco fanciullo di Guido Reni (dalla Palatina) al Baccanale di Nicolas Poussin (dal Museo del Prado). L'atmosfera mitica e al tempo stesso trasgressiva dei Baccanali si stempera poi nelle scene di genere, nelle Vendemmie e nelle Allegorie dell'Autunno, che a poco a poco conducono il visitatore nella modernità attraverso opere di Jacob Jordaens (dall'Ermitage), Nicolas Tournier (dal museo di Le Mans), di Tiepolo, Snyders, Mola, Vassallo, fino ai paesaggi intensi ed emotivi di Inganni, Nomellini, Morbelli, Tito. Infine, nel '900, la poetica del vino diventa elemento palpitante delle nature morte, come documentano Alla Gran Guardia i capolavori Picasso, Sironi, Depero, Morandi, De Pisis, Guttuso. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 09.30 alle 20.30; il venerdi apertura prolungata sino alle 22.30.
 
>> BIGLIETTO intero 12,00 euro; ridotto 9,00 (universitari e over 65); scuole e minorenni 6,00
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